Gastronomia rosetana
Ogni famiglia di pescatori di Roseto custodisce una sua particolare ricetta di pesce. Gli ingredienti o i piccoli segreti di cottura che di un semplice piatto fanno una prelibatezza, raramente hanno avuto la possibilità di uscire dalle mura domestiche. Un primo tentativo di far conoscere la cucina marinara locale è stato messo in atto da Enzo Corini - uomo di mare e personaggio eclettico prima ancora che rosetano doc, scomparso di recente - il quale ha cercato di colmare la carenza di testimonianze scritte e l'amore per la buona tavola, raccogliendo una serie di ricette sconosciute ai più, proprio perché frutto di una serie di componenti elaborate in ogni casa di pescatori rosetani dalle rispettive donne. Secondo Corini, ciò che fa unica e diversa la cucina pescatora rosetana dalle altre cucine di pesce italiane è soprattutto la grande varietà di minestre e di brodi. E questo è il risultato della contaminazione della cucina dei pescatori francesi dell'Oceano Atlantico, con i quali già dal 1935 diversi pescatori di Roseto erano rimasti a stretto contatto perché imbarcati insieme sulle navi della società livornese Genepesca, sulle quali hanno navigato per lavoro intere generazioni di rosetani tra cui, appunto, Corini. Lo scambio di informazioni partiva dalla pesca a strascico alla francese per poi completarsi in cucina, dove i pescatori d'oltralpe appresero la delicatezza dei guazzetti così come dei sughi per spaghetti e mezze maniche tipici nella Città delle Rose, mentre i colleghi rosetani scoprirono il loro modo di cucinare zuppe, brodi e minestre. Così i pescatori rosetani, una volta tornati a casa dopo un anno di duro lavoro in mezzo all'oceano, adattarono la cucina del nord Atlantico ai gusti di casa propria, creando piatti sopraffini. Non è quindi un caso che Livorno, sede della Genepesca per oltre un trentennio, vanti tra le sue specialità culinarie anche la minestra di pesce.