La sera dell’8 dicembre 1943 il pilota di una ‘cicogna’ alleata che compiva il quotidiano volo di perlustrazione sulla zona di Roseto, notò che tutta la campagna era punteggiata di fiammelle. Tornato alla base, stilò un rapporto con un interrogativo che si riferiva a quei punti luminosi che lo avevano così colpito. “Non si può parlare di un incendio”, si lesse sul rapporto. A svelare il mistero fu un commilitone dell’aviere. Figlio di un emigrato rosetano negli Stati Uniti, il quale gli spiegò che anche in quell’occasione i contadini di Roseto avevano sottratto la legna ai loro camini per non interrompere la tradizione dei fuochi in onore della Madonna di Loreto. La tradizione dei ‘focaroni’, così venivano chiamati tali falò dai rosetani, durò fino all’inizio degli anni ’70.